giovedì 12 luglio 2012

"Confesso di non avere, in alcun modo, l'occhio del naturalista..."


Confesso di non avere, in alcun modo, l'occhio del naturalista. Da questo punto di vista, io sono un prodotto rifinito di una civiltà fondata sugli animali commestibili o complici. Conosco i pochi, nevrotici animali di città; e non frequento i giardini zoologici, dove una fulva agonia rallegra pochi bambini, futuri astronauti o benefattori del genere umano. I miei rapporti sono corretti ma un poco freddi. Dico talvolta: "Ciao gatto", e poi mi vergogno per avergli dato del tu. Il cane di città è un intellettuale integrato; conosce i semafori, attraversa la strada con competenza pedonale, non di rado si attiene alle strisce. Nella sua dissennata devozione per l'essere umano, procede  con cautela, mai discostandosi troppo dal "padrone". Sono stato allevato nella convinzione che i cani mordono; e sebbene non sia mai stato né morso né mangiato da un cane, non mi fido di questo schiavizzato amico dell'uomo. Il suo occhio mite, fratesco, mi induce alla difensiva. Il cane di città deve avere come modello mentale il suonatore di chitarra da ristorante, che io detesto, specie il cieco.
Il cane conta sui miei sensi di colpa, sui quali è fondata la civiltà. Quando vedo un cane che litiga con un altro cane, mi sembrano politicamente sviati; perché non fondano un sindacato unitario, uno strumento politico antiuomo? Ammetto una certa ammirazione per i gatti; isterici, psicotici, solipsisti, sopracciò e fatti-in-là, sbruffoni, taciturni e ringhiosi, non si lasciano assimilare. Intellettualmente maliziosi, sedentari come un filologo, capaci di fare nulla per una vita intera, ironici e distratti, i gatti di città hanno un che di fragile, di febbrile, che mi affligge. Non sanno attraversare la strada, e sono vittime del panico. La città è la loro giungla. Animale diffidente e crudele, il gatto  insegue volatili e topi e zanzare. Ama i davanzali e ignora le vertigini. I cani li odiano e li temono. A Roma i piccioni sono rari; ingenui e fotografici, non interessano. Ci alcuni passeri. Ma come si fa a intrattenere un rapporto costruttivo con un passero?

[Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, Adelhpi, Milano, 2003, € 15,00]

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...